Giornale di bordo degli artigli, edizione 1.

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Eccoci ad un nuovo appuntamento con le avventure degli artigli. Da qualche settimana ho introdotto nella parte ludica alcuni schemi motori per il miglioramento delle capacità condizionali, sopratutto, data la fascia di età, della mobilità articolare.

Considerato la limitata capacità di attenzione tipica dell’età, ho proposto un numero maggiore di giochi in modo tale da rendere necessaria in continuazione la concentrazione e stimolando l’attenzione “spontanea”, limitando al minimo l’esecuzione in automatico e quindi la facilità a distrarsi. Bisogna sempre però tenere sotto controllo i comportamenti, al fine di distinguere quando invece subentra la noia o il disinteresse per l’attività in modo da evitare la percezione negativa che rimane successivamente, qui diventa fondamentale, nel caso il gioco vada eseguito da soli, coinvolgere chi è in attesa del proprio turno chiedendo, ad esempio, di tifare per chi è impegnato, oppure chiedere di prestare attenzione per verificare che chi stà eseguendo un gioco o un’esercizio rispetti le regole date dall’istruttore. Colpisce sempre, a questa età, la facilità a rendere propri, quindi a mantenerli nel tempo, schemi motori che invece hanno richiesto tempo per essere appresi.

Dato fondamentale per convincersi che quello che viene dato ora rimarrà per sempre come capacità acquisita, o comunque sarà sufficiente fare dei brevi/piccoli richiami per recuperarle. Ed è su questo punto, fondamentale, che si può impostare un’educazione verso lo sport che venga percepito come divertimento, seppur con le dovute dosi di impegno, in modo tale che crescendo resterà sempre l’effetto dell’imprinting avuto in giovane età, così l’atleta evoluto continuerà a ritenere lo sport come fonte di gioia, divertimento e ovviamente delle soddisfazioni che ne derivano, sarà quindi meno a rischio di essere contagiato dalla “febbre del successo” che troppo spesso vediamo sui campi gara.

Renato R.

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